Il concetto di salute è in linea con le principali teorie provenienti dalle medicine complementari che concepiscono l’uomo come l’insieme di tre sistemi che devono coesistere in armonia: struttura, funzioni e mente; il loro perfetto equilibrio viene rappresentato graficamente con un triangolo equilatero detto “della salute.”
Il trattamento osteopatico può essere effettuato su ogni individuo prescindendo da età e sesso. Non vi sono controindicazioni generali, ma bisogna tenere presente sempre nella valutazione eventuali rischi relativi a condizioni personali.
L’osteopata attraverso un attento esame, visivo, manuale e utilizzando test ortopedici e neurologici, valuta il paziente nella sua globalità per individuare eventuali disequilibri che mantengono l’individuo stesso in una condizione di “non salute”.
A seguito della valutazione, l’osteopata opera scegliendo la tecnica più opportuna tra tecniche strutturali, craniali, viscerali, fasciali, al fine di ripristinare la capacità omestatica di autoguarigione…..seguendo il pensiero di Still…”find it, fix it, and leave it alone….” (trova il problema, trattalo e lascialo solo…. inteso come lascia che il corpo si autocuri).
L'osteopata ignora cosa sia un protocollo di intervento per ciascuna patologia, poiché ogni suo intervento è basato sull'unicità psico-fisica del paziente nell'istante preciso della consultazione, piuttosto che sulla definizione patologica in cui il paziente viene imprigionato e ridotto.
Ciò richiede un'attenta valutazione della sua fisionomia, costituzione corporale, stato psico-emotivo, capacità di recupero, postura, ampiezza dei movimenti attivi e passivi, vitalità espressa nella motilità viscerale, fasciale e nel ritmo cranio-sacrale. Le mani dell'Osteopata sono allenate a percepire le piccole variazioni che avvengono nei tessuti, raccogliendo così dati importanti su eventuali restrizioni di mobilità, temperatura corporea e densità da cui individua la "lesione osteopatia".
Alla luce di tali presupposti, il quadro sintomatico acquisisce un'importanza secondaria (ad eccezione dei casi che mettano a rischio la vita o la stabilità psico-fisica del paziente), poiché viene inserito nella condizione globale dell'individuo in esame.
Ciò implica un distacco dell'intervento terapeutico dall'area in cui si manifesta il sintomo, per osservarne le interazioni e le possibili connessioni con tutte le altre strutture adiacenti o remote.
trattamento osteopatico. E' consigliabile, quando siano già stati fatti dal paziente, portare con sé al primo incontro raggi X, ecografia, TAC, risonanza magnetica, per ricercare eventuali controindicazioni al trattamento osteopatico. L'organismo umano risponde alle aggressioni con il suo potere di autoguarigione.
A volte per un sovraccarico dell'unità psico-neuro-endocrina -immunologica il corpo reagisce "compensando al disturbo" con un adattamento che porta spesso con se dei sintomi spiacevoli, e a volte una malattia : più il problema persiste e più compensi avvengono. L'intervento sulla "lesione osteopatica primaria" favorisce in tempi relativamente brevi, il ripristino di un "nuovo ordine" e un conseguente effetto benefico.
Nei casi in cui il dolore venga determinato da un evento che insorge bruscamente, come il torcicollo o il colpo della strega, il risultato del trattamento è generalmente repentino, soprattutto se coincide con una "lesione osteopatica".
In casi diversi occorre un periodo più lungo prima che il corpo si riadatti alla nuova condizione funzionale.